“VITA COMUNE ADOLESCENTI” – Quando l’oratorio diventa una casa condivisa

Quanto è bello sedersi intorno ad un tavolo con tutta la famiglia per cenare insieme e condividere le belle e brutte esperienze ed emozioni vissute durante la giornata. Ma se questo per pochi, ma intensissimi giorni questo cambiasse? Se invece di vivere insieme ai nostri genitori, fratelli e sorelle, passassimo delle ore solo con altri adolescenti, trascorrendo con loro giornate abituali e provando a comprendere il vero significato della condivisione? Questa è stata ancora una volta l’esperienza che il nostro don e gli animatori ci hanno proposto: trascorrere due giorni di vita comune in oratorio.

L’esperienza di condivisione e collaborazione è iniziata fin dal primo momento, che magari ad occhio e croce può risultare banale, ma che comunque ha costretto tutti noi ad aiutarci a vicenda per poter sistemare i sacchi a pelo e le varie borse, nel poco sazio che avevamo a disposizione. Dopo una prima organizzazione generale, ci siamo riuniti per stabilire delle regole che ci avrebbero permesso di vivere al meglio questi pochi giorni di convivenza. Regole che avevano come obbiettivo principale la possibilità di creare un clima e degli spazi, dove nessuno si sentisse isolato e ognuno di noi potesse esprimere il meglio di se, mettendo in gioco tutte le nostre capacità. Essendosi svolta nel mezzo della settimana, la sveglia era molto presto, per avere il tempo di prepararsi prima di separarci e incamminarsi ognuno verso la rispettiva scuola. I pomeriggi erano liberi, durante i quali ognuno poteva svolgere le attività sportive, piuttosto che fare i compiti o passare del tempo con i compagni d’avventura. I vari pasti della giornata, dalla colazione alla cena, si svolgevano in oratorio, grazie all’aiuto di alcune mamme che hanno messo a disposizione il loro tempo e che hanno contribuito alla buona riuscita di questa fantastica esperienza.

Il tema della convivenza erano le emozioni, argomento che è stato protagonista delle serate insieme. Nelle due sere che abbiamo trascorso in oratorio gli animatori ci hanno proposto diverse attività, per farci riflettere sulla maniera con cui queste agiscono su di noi e di come queste possano modificare le relazioni che creiamo con le varie persone che incontriamo ogni giorno. La prima sera abbiamo visto diversi filmati e poi su un cartellone abbiamo dovuto scrivere a freddo quello che la visione dei video ci aveva trasmesso. Il secondo giorno invece abbiamo svolto un gioco, che ci ha permesso di divertirci e sfogarci, tenendoci sempre legati però al tema delle emozioni che l’uomo è i grado di provare. 

Oltre ai momenti di gioco e a quelli liberi, vi erano però anche i momenti di preghiera, nei quali creavamo relazioni con il Signore e aprivamo il nostro cuore a lui. Questi momenti erano brevi, ma in poche parole ci davano la possibilità di riflettere su alcuni nostri atteggiamenti nei confronti delle altre persone con cui convivavamo, ma anche verso l’ambiente collettivo che in quei giorni ci ospitava. I due giorni passarono rapidamente, tanto che arrivammo alla fine senza rendercene conto, questo perché in poco tempo abbiamo avuto la possibilità di mettere in gioco tanto e di poter crescere ancora una volta. Questa è stata un’altra delle esperienza che ci ha permesso di divenire persone migliori e anche più attenti alle necessità del mondo che ci circonda. Sono stati veramente dei giorni indimenticabili, fantastici e unici che ci ricorderemo per sempre. Grazie infinite ancora una volta a don Omar e agli animatori che ci continuano a proporre attività per farci crescere nel migliore dei modi e per le quali non smetterò mai di essergli grata.

Aurora Colleoni

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